GLI EFFETTI DEL CORONAVIRUS SUL MERCATO IMMOBILIARE

Quali saranno gli effetti sul mercato immobiliare dopo la “fase 2” (quella delle riaperture) presumibilmente dopo il 4 maggio?

Vediamoli di seguito, riassunti in 5 macro gruppi.

CONTESTO ECONOMICO
Gli indicatori economici della zona EU in particolare del nostro Paese non sono confortanti. Dopo la crisi del 2008, così anche ora l’Italia lascerà sul terreno un bel pezzo
di crescita. Purtroppo le previsioni per il futuro dell’economia italiana non sono
incoraggianti.

Da uno studio di Prometeia (azienda di consulenza di ricerca economica)
quasi tutti i settori economici avranno un tracollo nel 2020. Il mercato immobiliare, inutile negarlo, non sarà certo immune alla caduta.
Così quella timida ripresa del mercato immobiliare che aveva visto Milano motore trainante con una crescita del 7,9 % nel primo trimestre 2020, andrà vanificarsi dalla tempesta virale che ha coinvolto l’intero pianeta.

NELL’IMMEDIATO
D’altra parte, una volta superata l’emergenza sanitaria, le principali preoccupazioni del settore immobiliare saranno focalizzate sulla recessione economica globale, sull’aumento della disoccupazione e al conseguente effetto sulla domanda. Ci sarà nel prossimo periodo il sicuro rinvio di transazioni per mancanza di liquidità delle famiglie e delle aziende con risultato all’impossibilità di chiudere nuovi accordi.

FUTURO NEGLI INVESTIMENTI IMMOBILIARI
Ma c’è una visione ottimistica per il settore nei prossimi mesi, cioè quella legata agli
investimenti immobiliari che nonostante il rallentamento causato su scala globale, hanno agito solo per il 45% della normale capacità. L’ampio margine di crescita permetterà di dare impulso al comparto immobiliare nei prossimi 12 mesi. E’ quanto afferma un sondaggio della rivista Property EU sulla base di interviste a 840 esperti in real estate.

TENDENZE
Quali saranno le tendenze sugli investimenti? Secondo uno studio pubblicato da Idealista, se nel periodo pre-pandemia il 34,1% degli investimenti immobiliari nel nostro Paese interessavano le grandi città, da quando è stato decretato lo stato di allarme questa
percentuale è scesa al 30,9%. La crescita dell’interesse per l’acquisto nelle periferie o nei
piccoli comuni tendenzialmente aumenterà, così come accaduto nei periodi post crisi
quando la domanda era destinata al contenimento dei costi oltre alla ricerca della qualità costruttiva, del verde e riduzione dell’inquinamento garantiti dai piccoli centri a discapito dei servizi offerti dai capoluoghi, portando nel tempo a un riequilibrio dei valori immobiliari tra centro e periferia.

GARANZIE
Gli investimenti immobiliari devono essere garantiti dalle rendite, che in un contesto
macroeconomico negativo spinge a considerare un rischio importante su questo mercato: quello della morosità degli inquilini. Chi perderà il lavoro o ridurrà sensibilmente il proprio reddito o fatturato, potrebbe trovarsi in difficoltà nel pagamento dell’affitto. Questo rischio porterà ad adeguare alle nuove esigenze post coronavirus gli strumenti assicurativi, già oggi esistenti, che permetteranno al proprietario di mettere al sicuro il proprio reddito da locazione vista l’evidente insufficienza del deposito cauzionale qualora l’inquilino non dovesse essere in grado di pagare il canone di locazione.

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